Nonostante il periodo economico, le aziende di beni di lusso hanno registrato nell’ultimo anno risultati migliori rispetto alle aziende di prodotti di consumo e dell’andamento delle economie globali in generale. I nuovi clienti provengono sempre di più da paesi emergenti, come Brasile, India, Cina; proprio quest’ultima rappresenta oggi il quinto mercato mondiale in termini di consumo di beni di lusso, ed entro il 2018 si prevede diventerà il secondo prendendo il posto del Giappone. Un terzo del lusso mondiale è italiano; 16,6 miliardi di euro il giro d’affari stimato nel 2019 per i nostri prodotti di alta qualità, ed è atteso un incremento addirittura del 40% delle esportazioni verso i paesi emergenti con oltre 4,2 miliardi di euro di prodotti che finiranno in Cina, Emirati Arabi, Russia. Fa effetto pensare che il Kazakistan sarà tra i principali importatori di prodotti BBF ( Belli e Ben Fatti) italiani, mentre è certo che la Russia continuerà ad essere, anche per il futuro, il primo mercato per l’export del lusso italiano ( dati diffusi dal Centro Studi Confindustria).
Premiate sono tradizione, creatività, qualità, e sopratutto capacità di innovazione e differenziazione dei brand Made in Italy. Valori che ritroviamo nei capolavori fashion firmati Prada, Salvatore Ferragamo, Brunello Cucinelli, o negli occhiali di Luxottica, solo per citare alcuni colossi che rappresentano il lusso italiano nel mondo. Valori che ritroviamo ugualmente, ed è questa la più grande ricchezza del nostro Paese, nei prodotti della piccola e media impresa, quegli artigiani che in nessuna parte del mondo come l’Italia rappresentano l’eccellenza. I vini e i cibi italiani sono invidiati e richiesti in tutto il mondo, spesso anche imitati con maldestri tentativi di plagio; enogastronomia, moda e design si nutrono della stessa passione e sono sinonimo di custodia di tradizioni e dimostrazione di competenze tramandate e accresciute nel corso del tempo grazie ai “Maestri d’Arte”, quegli artigiani in grado di coniugare manualità e progettualità in una sintesi creativa che ha per fine l’eccellenza. Edizioni limitate, piccole serie la cui qualità, preziosità e unicità collocano il prodotto su un piano nel quale i plus sono la natura assolutamente unica e la possibilità di personalizzazione del bene.
In questa fascia si colloca La Cantina di Paul, brand tutto italiano che propone una “cantina luxury” su misura, pensata, costruita e interpretata secondo le esigenze del cliente, rispettando tutti i canoni di una cantina tradizionale senza per questo escludere il ricorso alle nuove tecnologie, prima fra tutte la domotica. I Maestri d’Arte de La Cantina di Paul sono espressione del territorio, della cultura e dell’anima italiana; le “cantine” costruite in tutto il mondo coniugano l’abilità del gesto manuale all’estetica e alla funzionalità. Ogni progetto è un’opera d’arte che si può in ugual modo collocare in un appartamento, nello showroom di un’azienda vinicola, nel ristorante di un hotel di lusso, perchè in grado di inserirsi armoniosamente in ogni ambiente rispettandone lo stile originale; allo stesso tempo però, ogni cantina è un “gioiello” che si fa ammirare e rende il luogo in cui è collocato unico e prezioso. Pensate alla suggestiva possibilità di far scegliere i vini ai propri ospiti, durante una cena in casa, direttamente “Wine Personal Suite” collocata nell’angolo del salone; pensate a un sommelier che anzichè proporre ai clienti una semplice Carta dei Vini, accompagna gli stessi nella cantina, visibile da ampie vetrate, a pochi metri che riproduce tutte le caratteristiche di una cantina originale, dalla temperatura alle luci, agli aromi sprigionati dai vini che riposano sugli scaffali.
Il dialogo tra l’artigiano e il designer in ogni progetto è fondamentale, ed è proprio questo che rende unico il prodotto italiano. Gli artigiani e i designer della Falegnameria Campo, artefici del brand La cantina di Paul, sono cresciuti in osmosi con il mestiere d’arte, fanno giornate in bottega, seguono seminari dedicati, ed il loro concetto è che l’artigiano non è un operaio che esegue ma l’interprete dei desideri del cliente. Un concetto fondamentale per l’economia italiana, perchè coltivare la capacità della mano di aggiungere valore (la “manovalenza” piuttosto che la manovalanza) significa concentrarsi su una produzione in cui il nostro paese è davvero competitivo, e sopratutto rendere il lusso italiano connubio tra alta qualità e straordinario.
L’evoluzione del concetto e del ruolo del lusso nella società contemporanea, l’approccio delle nuove generazioni così attente alla tecnologia, le aspettative della ritrovata capacità dei mercati emergenti, saranno argomenti dei quali si discuterà alla prima Condé Nast International Luxury Conference in programma ad aprile a Palazzo Vecchio a Firenze; una conferenza che nasce proprio per incoraggiare nuovi modi di pensare e creare connessioni. Non a caso si farà nel “salotto italiano” per eccellenza, il capoluogo toscano, così ricco di opere d’arte, e riunirà i maggiori protagonisti del lusso mondiale in ogni settore. “Non puoi farti un’idea di cosa sia la bellezza se non visiti almeno una volta l’Italia”, scriveva Johannes Brahms a Roma nel 1881. Come dargli torto; ripensando a La Cantina di Paul però verrebbe da dire che oggi è possibile avere un pezzo di bellezza italiana anche nella propria casa, e “su misura”. (r.c.)