Chi non conosce Oliviero Toscani; uno dei più grandi fotografi al mondo. Eppure a sentirlo, il suo vero lavoro è quello di produrre olio e vino sulle colline toscane. Non parlategli di hobby, vi risponderà che “questa parola è stata inventata da persone che non amano il lavoro che fanno; io produco vino e olio e lo faccio con passione e convinzione, avvalendomi di una squadra di professionisti ed esperti che lavorano con grande serietà”. Figlio di Fedele Toscani, primo fotoreporter del Corriere della Sera, Oliviero Toscani si è ritrovato a fare il fotografo, e l’ha fatto molto bene; geniale, ironico, mai scontato. Ha lo sguardo penetrante e sicuro mentre afferma, divertito, che il suo destino era scritto nel nome: “A differenza di molte persone che lavorano nel settore vinicolo io non ho ereditato nulla, tutto quello che ho adesso me lo sono comprato, quindi sono ancora più convinto! Ho realizzato il mio sogno, ma se ci pensate uno che si chiama Oliviero Toscani, cosa poteva mettersi a fare se non l’olio in Toscana?!”. Come dargli torto… L’azienda OTWine si trova a Podere Campigallo, una frazione di Casale Marittimo; la provincia è quella di Pisa, il borgo è adagiato sulle colline tra Volterra e Bolgheri, a pochi chilometri dal mare. La vista è meravigliosa, le vigne formano quasi un anfiteatro naturale; il terreno è povero di argilla, ed è formato in prevalenza dalla disgregazione della roccia. L’esposizione delle vigne è ottimale, ma fa un certo effetto pensare all’ Oliviero Toscani delle campagne pubblicitarie Benetton catapultato nelle campagne reali, quelle fatte di filari e uliveti. ” Tutti i soldi che ho guadagnato facendo il fotografo li ho investiti comprando terra. Sarò anche un po’ matto, ma sono contento così.” Azzardo a chiedergli se preferisce produrre olio o vino, e la sua risposta è una stoccata pungente: “Potrei mai preferire la gamba destra alla gamba sinistra, o viceversa?”. Touchè…
Oliviero Toscani mi racconta di quanto sia difficile oggi produrre olio rispetto al vino; è più faticoso, meno gratificante e decisamente oneroso. Mi spiazza con un pensiero profondo, e bellissimo, che rivela quanta passione ci sia dietro la sua decisione di dedicarsi alla terra e ai suoi frutti. “L’ olio è il più grande prodotto dell’umanità. E’ l’ingrediente numero uno, che accompagna l’essere umano dalla nascita alla morte; con l’olio si fa il segno della croce sulla testa dei neonati al momento del battesimo, con l’olio si benedisce il morente, nell’atto dell’estrema unzione. Anche i guerrieri si ungevano prima della battaglia. L’olio lubrifica, l’olio è vita; il vino nutre, ma l’olio è come il sangue, non si può vivere senza” Ecco perchè è così arrabbiato con chi chi gioca sporco, con chi taglia, modifica l’olio, con chi sofistica il vino. Ricorda lo scandalo del metanolo che colpì il mondo del vino in Italia qualche anno fa: un danno enorme, anche di immagine, per l’intero sistema. “Purtroppo gli italiani sono un popolo di imbroglioni, di corruttori e anche di corrotti, e a rimetterci sono le persone oneste, che lavorano seriamente per fare in modo che questo Paese si rialzi. Ma ci rendiamo conto che l’Italia è strapiena di eccellenze e spesso siamo noi stessi a rovinarla e a rovinarci?!”
Il giudizio di Oliviero Toscani è severo, quasi “estremo”, ma lui è fatto così; provoca per colpire nel segno. Anch’io ultimamente sono diventata in un certo senso “talebana”, e chiudo le porte del Circuito a chi cerca di specularci sopra; Salotti del Gusto® nasce aper riconoscersi, per unire gli sforzi dei professionisti che lavorano seriamente, e serenamente, per costruire. Fuori chi tenta di distruggere, chi cerca scorciatoie, chi si comporta da “furbetto”; perché il Made in Italy è bellezza pura, e l’enogastronomia deve essere prima di tutto gioia. “Ha ragione Papa Francesco quando dice che senza vino non c’è festa. Gli italiani sono sempre troppo seri quando bevono, con questi bicchieroni in cui fanno roteare il vino, motivo per il quale i francesi ci prendono tanto in giro. Musi lunghi, pesantezza, si prendono tutti troppo sul serio. Sembra di essere a un funerale, invece io voglio fare un vino da battesimo! Un vino con cui brindare alla nascita di un progetto, di una vita. Una sinfonia di gioia. Il mio è un vino mozartiano non di certo wagneriano!”. E la gioia Oliviero la esprime anche visivamente nelle etichette dei suoi vini, allegre, invitanti, colorate.
L’ OT è un blend di Syrah, Cabernet Franc e Petit Verdot che fa due passaggi di 14/16 mesi in barrique di rovere; piacevolissimo il sentore di ciliegia e ribes, ma anche cacao, liquirizia, cannella, e una nota finale piccante, che non poteva certo mancare! Il “Quadrato rosso” ha in aggiunta il Teroldego; il colore è rosso vivo, il vino è intenso, equilibrato, persistente. Un vino che ti resta addosso, che ti da piacere; per niente spigoloso, anzi equilibrato. Se dovessi usare un termine alla “Oliviero Toscani” direi che è luce, luce pura.
La prima annata, nel 2006, ha prodotto 15.000 bottiglie; il tempo gli sta dando ragione, con l’ultima annata ne ha lanciate sul mercato quasi 30.000. “Vendiamo soprattutto all’estero: Belgio, Olanda, Svizzera, Germania, che peraltro è il pubblico più difficile da accontentare. Questi popoli hanno il gusto sviluppato in tutti i sensi, sono grandi intenditori di arte esattamente come di vino. In Italia invece manca ancora il rispetto per la bellezza, l’educazione al gusto che, come il sale o lo zucchero, va dosato, attentamente”. Affonda un’altra stoccata, colpisce duro; provoca, ma lo fa perchè ama. La sua terra. E soffre nel non vederla valorizzata come meriterebbe. Impossibile non capirlo, abbiamo le opere d’arte più belle del mondo, una storia che altri si sognano; bellezze paesaggistiche impensabili, tradizione, artigianalità, cultura, prodotti unici. I più grandi creativi, artisti, geni sono italiani. Abbiamo insegnato al mondo cos’è lo stile. Ci copiano ma ci criticano, ironizzano e li lasciamo fare. Ripete “ Ma ci rendiamo conto che l’Italia è strapiena di eccellenze??” Certo che ce ne rendiamo conto; non ci resta che scovarle, promuoverle, valorizzarle. Insieme ce la possiamo fare. (r.c.)
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