Miei cari che cosa avete fatto nel weekend?
Io mi sono regalata uno spazio per la bambina che c’è in me, e sono andata a vedere “Inside Out” al cinema…
…che cose meravigliose sanno fare Disney e Pixar insieme!
Splendidi scenari, colori spettacolari, magistrali disegni che prendono vita sullo schermo, ed una profondità di trama che non permette di annoiare, nemmeno noi “grandi”.
Anzi… io direi che come lungometraggio è più dedicato a noi, che non ai bambini, che oltre che divertirsi con certi buffi e teneri personaggi, ad esempio Bing Bong, amico immaginario che piange caramelle, non possono certo comprendere appieno il significato intrinseco di “Inside Out”, una disamina dei sentimenti, partendo dalle emozioni più basilari, fino a vedere a cosa esse possono portare…
Una fatina gialla con i capelli azzurri, una bambina occhialuta e piagnucolosa, un bassetino focoso, uno spilungone tremebondo e violaceo e una signorina snob con lunghe ciglia: sono Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, ovvero le emozioni protagoniste del nuovo film Disney Pixar “Inside Out”; il cartoon racconta che cosa succede nella testa della piccola Riley, una ragazzina di 11 anni che deve trasferirsi a San Francisco con la famiglia per via del lavoro del padre: questo sconvolgimento nella sua giovane vita provoca naturalmente un superlavoro per le cinque emozioni che controllano la sua mente.
L’imprevisto è dietro l’angolo: Gioia e Tristezza – le emozioni fondamentali – finiscono in una angolo remoto del cervello portandosi dietro per sbaglio alcuni dei “ricordi base” della bambina, e lo sgangherato trio Disgusto/Rabbia/Paura deve cavarsela nel guidare Riley durante le sue giornate. Per tutto il film l’inesauribile ottimismo di Gioia guida lei e Tristezza in luoghi sconosciuti, nel tentativo di tornare al quartier generale. Si passa dalle risate scomposte davanti agli exploit di Rabbia, alle lacrime quando si assiste al destino di Bing Bong, l’amico immaginario che Riley aveva a tre anni.
Dopo l’esplorazione delle paure dei piccoli con Monsters&Co. il regista Pete Docter si è cimentato con la rappresentazione dei sentimenti in una bambina di dieci anni, insegnandoci che non c’è tristezza senza gioia, ne gioia senza tristezza.
…una lezione tutt’altro che infantile, non trovate? (r.c.)